lunedì 25 agosto 2014

L'AUTO DI GOOGLE CHE GUIDA ANCHE SENZA CONDUCENTE



L’auto senza conducente di Google si prepara ad affrontare percorsi urbani potenzialmente pieni di insidie: pedoni, altre auto, vetture in doppia fila, biciclette. I progressi della «self-driving car» del colosso californiano - finora testata su autostrada - sono mostrati in un video che l’azienda ha pubblicato oggi sul suo blog .  

Nel filmato si vede l’auto che si guida da sola nell’impresa di percorrere strade nell’area di Mountain View, California, dove ha sede il gigante di internet. 
Si tratta di un notevole passo in avanti, spiega Google, perché guidare in un contesto urbano, magari congestionato dal traffico, è molto più complesso che portare l’auto su un rettilineo. Ci sono «centinaia di oggetti diversi che si muovono», scrive Chris Urmson, direttore del progetto della «self-driving car». Per questo, aggiunge, «abbiamo migliorato il nostro software in modo che possa individuare contemporaneamente questi oggetti, tra i quali pedoni, autobus, gesti a mo´ di segnale fatti dai ciclisti, e altro. 



Nel video pubblicato online l’auto percorre le strade nei dintorni del Googleplex, la sede del colosso californiano. «Abbiamo ancora tanti problemi da risolvere - prosegue Urmson -, compreso quello di insegnare all’auto a guidare ancora più strade a Mountain View prima di affrontare un’altra città. Tuttavia migliaia di situazioni sulle strade urbane che ci avrebbero reso dubbiosi fino a due anni fa oggi possono essere `navigati´ in autonomia dalla vettura». 

L’auto senza conducente di Google finora ha registrato circa 700mila miglia. 
(Ansa)  

Con più' figli si pagheranno meno tasse !!!!



 - Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha recentemente ammesso che gli 80 euro "dati a un single hanno un impatto diverso rispetto a un padre di famiglia monoreddito con 4 figli. Dobbiamo porci il problema. L’Italia non può permettersi il lusso di trattare male chi ha figli".  Nel Piano del Governo per il 2015, infatti, Palazzo Chigi sta vagliando la possibilità di correggere il bonus introducendo il cosiddettoquoziente familiare, alzando la soglia massima di reddito per le famiglie numerose. La modifica dovrebbe essere introdotta con la legge di Stabilità, da approvare a ottobre.
Attualmente, risorse per nuovi interventi a favore delle famiglie sembrano una chimera (le risorse dovrebbero arrivare dai tagli alla spesa pubblica), le casse dello Stato e gli impegni di bilancio sono già stati messi a dura prova e solo per dare gli 80 euro si sta raschiando il fondo del barile.
Eventuali novità potranno essere introdotte nell'ambito di un più ampio disegno di revisione del sistema fiscale, ma intanto se il modello per applicare lo sconto Irpef riuscirà a contemplare davvero il quoziente famigliare, non sarà una rivoluzione maun dettaglio significativo verso un principio di fiscalità più equa.

COS'E' E COME FUNZIONA IL QUOZIENTE FAMILIARE
Si tratta di un sistema di imposizione fiscale che tiene conto dei carichi familiari. In pratica è un metodo di calcolo, adottato per esempio dalla Francia, che modula l'applicazione dell'imposta sul reddito all'insieme dei redditi dei membri della "famiglia fiscale", composta dal contribuente, dal coniuge, dai suoi figli minorenni e dalle persone invalide conviventi. 
Diversamente da quanto è in vigore attualmente in Italia, dove la tassazione ha una base individual (Irpef), che, a parità di reddito, penalizza le famiglie monoreddito equelle con figli a carico. 
Cosa peraltro oggetto di critiche anche in alcune sentenze della Corte Costituzionale poiché contravviene al principio di equità fiscale previsto dalla Costituzione.
L'applicazione concreta del quoziente familiare, secondo il modello francese passa attraverso le seguenti operazioni:
1) determinazione delle quote che spettano a ciascun contribuente: lo sposato, il celibe, il divorziato e il vedovo (per ogni tipologia di contribuente occorre poi considerare le persone che sono a suo carico);
          2) divisione del reddito complessivo per il numero di quote;
          3) calcolo dell'imposta dovuta sul quoziente familiare;
          4) moltiplicazione dell'imposta dovuta per ogni quota per il numero delle quote stesse.
Non sarebbe la prima volta che si cerca di introdurre il modello del Quoziente famigliare nel nostro sistema fiscale. Una proposta di legge a riguardo era già stata depositata alla Camera nel 2009, in cui si spiega: 
"Tale misura è chiaramente una misura tesa a sostenere la famiglia. In sostanza, a parità di reddito familiare, l'imposta deve decrescere all'aumentare dei componenti e questo viene ottenuto riducendo la progressività dell'imposizione al crescere dei componenti la famiglia. Le aliquote progressive non vengono infatti applicate sul reddito familiare, ma sul reddito medio pro-capite.
Un sistema fiscale così rinnovato "a misura di famiglia" si baserà non solo sull'equità verticale, ma anche su quella orizzontale, dal momento che, a parità di reddito, chi ha figli da mantenere non deve pagare la stessa quota di tasse di chi non ne ha. Il reddito imponibile di un capofamiglia sarà calcolato non solo in forza del reddito percepito, ma anche in base al numero dei componenti della famiglia a carico dello stesso. Si va dunque nella direzione del commisurare il sistema di deduzioni dal reddito percepito al reale costo di mantenimento di ogni membro a carico della famiglia, vale a dire del collegare la tassazione all'effettiva capacità contributiva del nucleo familiare". 
Che sia la volta buona?