mercoledì 5 luglio 2017

Sesso ogni settimana dopo i 50 anni. E il cervello si mantiene 'giovane'

Sesso ogni settimana dopo i 50 anni. E il cervello si mantiene 'giovane'

Secondo uno studio inglese pubblicato sul Journals of Gerontology,l'atsetività sessuale a quest'età migliora le performance cognitive



CHE IL SESSO faccia bene all’umore, da vecchi e da giovani, ce ne eravamo accorti, e ce lo conferma periodicamente la scienza. Ma che farlo ogni settimana migliori le performance cognitive, in particolare quelle visive, spaziali e linguistiche, nelle persone non più giovani è una notizia. Lo leggiamo sul Journals of Gerontology la rivista che ha ospitato la ricercaFrequent Sexual Activity Predicts Specific Cognitive Abilities in Older Adults.

La ricerca. Gli autori, tre psicologi delle università di Oxford e di Coventry, hanno preso le mosse da una loro precedente ricerca pubblicata lo scorso anno, uno studio  che aveva già messo in evidenza che gli adulti sessualmente attivi ottengono punteggi più alti nei test che misurano le abilità cognitive. Per abilità cognitive psicologi e neuropsicologi intendono un insieme di funzioni che coinvolgono una o più aree del cervello, e che comprendono il linguaggio, l’elaborazione visiva, la percezione dello spazio, il movimento e anche la memoria, l’attenzione, l’apprendimento, eccetera.

La frequenza. Lo studio del 2016 però non aveva preso in esame l’impatto della frequenza dei rapporti sessuali sulle performance cognitive. Quindi, per approfondire e aggiungere un tassello a quanto già ottenuto in precedenza, i ricercatori hanno arruolato 28 uomini e 45 donne tra i 50 e gli 83 anni, hanno stabilito quale fosse il loro stato di salute (nessun danno cerebrale, nessuna perdita di memoria, nessun sintomo di demenza…), lo stile di vita e, tramite questionari, quanto spesso avessero fatto sesso negli ultimi 12 mesi: mai, mensilmente o settimanalmente.

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Non solo parole, anche spazio e capacità visive. Tutti i 73 partecipanti all’indagine sono stati quindi sottoposti a test validati, di quelli tradizionalmente utilizzati per  valutare le funzioni cognitive nelle persone non più giovani. Il risultato? Chi faceva sesso ogni settimana faceva punteggi migliori. Soprattutto nel linguaggio, che risultava sensibilmente più fluido che non tra coloro che a letto si dedicavano soltanto al sonno, diciamo così. Oltre che con le parole, chi era più attivo sotto le lenzuola se la cavava meglio anche con la percezione visiva e dello spazio.

Le ragioni del potere del sesso. Ora, la domanda che sorge spontanea è: quali sono le ragioni, i meccanismi alla base di queste osservazioni? E soprattutto, di che natura sono questi meccanismi: fisici, psicologici, sociali?  "Sugli elementi che sottostanno ai nostri risultati, se questi siano cioè dovuti a elementi fisici o sociali, non possiamo che fare ipotesi– ha dichiarato commentando lo studio Hayley Wright, primo autore della ricerca, in forze all'università di Coventry – ma abbiamo intenzione di indagare il campo dei meccanismi biologici che potrebbero influenzare la complessa reazione tra  attività sessuale e funzioni cognitive nelle persone avanti con gli anni". Secondo gli autori i prossimi studi dovrebbero infatti includere la valutazione di fattori biologici come ossitocina, vasopressina  dopamina.

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Sesso e terza età, un tabù che va superato. "Alla gente non piace pensare che le persone anziane facciano sesso, ma -  ha concluso Wright in una nota per la stampa - dobbiamo sfidare questa concezione a livello di società, e guardare all’impatto che l'attività sessuale può avere su chi ha più di 50 anni, oltre gli effetti noti sulla salute sessuale e sul benessere generale”.